31 ottobre 2007

BALDINI SCOMMETTE SULLA GRANDE MELA

A 36 anni il campione olimpico cerca conferme per Pechino In 40.000 al via e l’Italia tifa anche Zanardi e Panebiancodi Franco Fava ROMA - Dalla sua prima edizione, nel 1970, quando al via furono appena 127, in 700.000 hanno tagliato il traguardo a Central Park. Lo scorso anno furono 38.000. Domenica proba­bilmente saranno in 40.000 a completare la classica delle classiche. Tra questi anche 3.500 italiani. I nostri a New York sono di casa. Grazie an­che alle due vittorie di Orlan­do Pizzolato, a quelle di Gian­ni Poli e Giacome Leone. L’ul­timo trionfo azzurro risale al 2000 con Franca Fiacconi. TIFO - L’Italia stavolta tifa Stefano Baldini. Il campione olimpico della maratona ad Atene 2004 è l’icona della lunga tradizione vincente degli italiani nella Grande Mela. A 36 anni l’azzurro va a caccia di quel successo che ancora non è riuscito a cogliere sul diffi­cile tracciato newyorkese, nonostante le sue quattro partecipazioni. Il miglior piazzamen­to, un terzo posto, risale ormai a dieci anni fa. A nove mesi dai Giochi di Pechino e con una stagione alle spalle non pro­prio felice, Baldini cerca con­ferme alle sue ambizioni olim­piche. LA SFIDA - Il suo sogno è sem­pre quello di salire di nuovo sul gradino più alto il prossi­mo 24 agosto a Pechino. Ma l’età e una carriera sempre ai massimi livelli da undici anni, sono incognite difficili da sottovalutare. In 38 edizioni New York ha celebrato i trionfi di campioni e primatisti. Ha salutato le imprese di maratoneti che hanno fatto la storia di que­sta specialità ma anche lanciato in orbita atle­ti sconosciuti fino a quel momento. Mai però un campione olimpico è ancora riuscito ad im­porsi a Central Park. LE “LEPRI” - Forse è proprio in segno di ri­spetto per il nostro Baldini che quest’anno gli organizzatori hanno deciso di fare a meno del­le “lepri”. Anche perché il percorso, che attra­versa i cinque quartieri da Staten Island fino al cuore verde di Manhattan, non è proprio l’ideale per lanciarsi su ritmi folli.« Gigliotti, il mio tecnico, pensa che possa ottenere un tempo sull’ordine delle 2h10, che su un tracciato così difficile è già un gran tem­po - ha detto Baldini - Ma io credo di poter an­che fare meglio. Mi sta bene che non ci siano le lepri, sarà così una gara vera come piace a me ». Domenica scorsa, a Carpi, Baldini ha so­stenuto un buon test sui 25 km, correndo tut­to solo a ritmo di 2h09.Il destino di Baldini si lega a quello di Pau­la Radcliffle. Anche la prima­tista mondiale della maratona è alla ricerca di risposte certe in vista di Pechino. Soprattut­to dopo il drammatico ritiro ad Atene 2004. C’è attesa per la britannica, al rientro dopo la lunga assenza per maternità. MAJORS - New York sarà an­che l’ultimo appuntamento delle “ World Marathon Majors”, il circuito biennale che premia con un milione di dolla­ri l’atleta con il miglior punteggio conseguito in dieci maratone. Negli uomini il keniota Ro­bert Cheruiyot è al sicuro con i suoi 80 punti, 30 più dell’etiope Gebrselassie, autore del re­cord mondiale solo un mese fa a Berlino con 2h04:26, e il doppio sul connazionale Martin Lel, in gara a New York. Nelle donne, invece, è lotta a tre. Al­le spalle della Wami (60 pun­ti), la lettone Prokopcuka e l’altra etiope Adere inseguono a sole a 10 lunghezze. ZANARDI - Ma domenica, da­vanti a due milioni di spettato­ri, sono anche altri i motivi di interesse per il massiccio avamposto della nostra “Italia che corre” (al­la fine dell’anno più di 30.000 italiani avran­no portato a termine almeno una maratona nel 2007). A sfidare la maratona anche due atleti davvero speciali: Alex Zanardi e Raffaele Pa­nebianco. Il primo correrà la sua prima mara­tona in hand bike, dopo l’incidente del 2001 in cui gli furono amputate le gambe. Il secondo, insegnante romano di 47 anni, sarà per la pri­ma volta in gara a New York nella categoria non vedenti. L’ex pilota di F1 e l’insegnante del Tiburtino non correranno per un podio, il loro traguardo è esserci. Un po’ come la bella Katie Holmes, moglie di Tom Cruise, alla sua prima 42 km. In fondo la maratona è l’avveni­mento più democratico che esista. Dove, qua­si sempre, vincono tutti. Stefano: «Sto bene posso scendere anche sotto le 2h10 e la scelta di mettere al bando le “lepri” mi aiuterà» 3.500 gli italiani in gara tra questi anche l’ex pilota di F1 in hand-bike e un professore romano tra i non vedenti Una spettacolare immagine del Ponte di Verrazzano: lo scorso anno furono più di 38.000 al via. Quest’anno saranno 40.000, ma in 90.000 hanno chiesto un pettorale.

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