07 giugno 2010

COPPA ITALIA

Tra i vari commenti che si leggono qua e là sui siti internet ne riporto no di Ronedlli che è emblematico. Ovviamente l'evento Fiorentino ha riscosso un buon successo seppure dietro la scia della presenza (poi assenza) di Andrew Howe . Io personalmente sono stato due giorni a vedere le gare e seppure mi ritrovo in quello che dice Rondelli ritengo che bisogna comunque incentivare queste manifestazioni e in un'altra sede criticarle. Nel senso che bisogna proporre novità è ovvio) ma non si può non ritenere questa manifestazione la massima nella propria espressione. Infatti molti atleti di calibro presenti a Firenze ... non saranno ai campionati ITaliani assoluti o comunque non si confronteranno più se non i rassegne Europee. Quindi che se ne dica bene o male un buon 80% della top ten dell'atletica italiana era lì. Ora leggendo i risultati la domanda sorge spontanea (e secondo me molto più interessante). Le Fiamme Gialle e l'Esercito che hanno dominato a mani basse in Italia cosa fanno in Europa? Lotteranno per il Titolo? Perchè se queste due società così irrangiungibili per le altre non "dominano"/"competono per vincere" a livello europeo vuol dire che le altre di che livello sono? ...
Ecco il commento di Ronedelli:
COPPA ITALIA TANTO RUMORE PER NULLA PDF Stampa E-mail

di Giorgio Rondelli

Ogni dodici mesi ci troviamo a commentare manifestazioni di squadra che con l’atletica moderna, non hanno più alcuna logica di esistere. Parliamo naturalmente della neonata Coppa Italia disputata sabato e domenica allo stadio Ridolfi di Firenze. La nuova creatura partorita dalla Fidal, in sostituzione del Top Challenge, dovrebbe essere una sorta di rassegna dei migliori club civili e militari, in pratica come mettere di fronte alcune Ferrari contro delle utilitarie.

Ci si chiede, cui prodest? Per la cronaca hanno vinto a mani basse le Fiamme Gialle in campo maschile davanti ai Carabinieri, Fiamme Oro, Aereonautica ed Esercito in campo femminile davanti alla Forestale, Italgest e Fiamme Azzurre. La grande trovata del nuovo regolamento della Coppa Italia è che sia la Riccardi 5° con gli uomini e Italgest 3° nelle donne hanno pure potuto godere dei prestiti di alcuni atleti, vedi Bellino (Cus Bari) 3° negli 800, Panizza ( Atl. Lecco) 2° nei 400 hs e Belletti (Cus Parma) 4° nel giavellotto per i verdi di Renato Tammaro, mentre il club di Franco Angelotti ha potuto schierare Manuela Levorato (Aereonautica) ex di parecchi anni fa (1° nei 100), Emma Quaglia (Cus Genova) 1° nei 3000 siepi e 3° nei 5000 ed ancora Caravelli ( Cus Cagliari) 1° nei 100 hs. Ci si chiede a cosa serva tutto ciò, se non a fare spendere tempo, soldi ed energie ai club civili, invitati di seconda schiera alle mense dei ricchi. Meglio sarebbe lasciare che i club militari si scontrino tra di loro, mentre i club civili potrebbero dare vita invece ad un campionato di specialità, magari impegnando tutte le varie categorie, allievi ed juniores compresi, che vedrebbe privilegiata la qualità e le specialistà storiche del club ed il lavoro dei tecnici più meritevoli. Ma evidentemente qualche dirigente civile ammalato di grandeur preferisce andare avanti così, utilizzando i prestiti, gli ex atleti che da anni sono nei club militari e mandando in campo in alcune specialità qualche atleta assolutamente non all’altezza solo per coprire la gara. Poi non lamentiamoci se l’atletica italiana continui nella sua lenta eutanasia. Mancano i fondi è vero, ma lasciare andare nei club militari i migliori talenti per mantenere in vita questo tipo di attività di club non porta da nessuna parte. Non è con queste scelte che si possono catturare i pochi sponsor ancora in circolazione.

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