Ci sono momenti in cui si è pronti, sia fisicamente che mentalmente ed allora si può fare qualsiasi cosa dagli allenamenti alle gare. Ci sono altre volte in cui si è pronti mentalmente ma il fisico non c'è, di solito capita quando si ricomincia una preparazione. Abbiamo la voglia di fare, di durare fatica di intraprendere un percorso irto, tortuoso ma gratificante. Altre volte capita che si è pronti fisicamente ma mentalmente non si riesce a durare la fatica che le competizioni ti chiedono, oppure si ha dei problemi per cui la corsa non è certo in cima alla lista delle priorità e quindi non fare è più facile del fare. Poi naturalmente ci sono i periodi in cui sia il fisico che la mente non ci sono: in quel caso non sò se è più proficuo stringere i denti o cercare in alternativa qualcosa che rinvigorisca entrambe le situazioni.
Per me è stato certo che la "capa" non era ben collegata. Mi era successo anche alla prima fase dei societari regionali ma certo dopo oltre 5 mesi di non gareggiare e ritrovarsi in una corsa dove allo sparo si era a tutta e non si capiva bene quando il cecchino sparasse alle gambe per abbattere i fuggitivi forse potevo considerarlo normale. Infatti già la seconda prova dei societari, seppure sul cross corto il mio approccio è stato più competitivo e non solo di presenza competitiva. Per poi passare ai c.d.s. nazionale pronto davvero a prendere il pugnale ed affrontare la guerra in quel fango di Campi, nonostante non fossi nelle condizioni fisiche di affrontare tale competizione.
Dopo quel periodo devo essere sincero mi ero messo ad allenarmi come non facevo da tempo e i due passaggi di Lastra a Signa e San Miniato erano semplicemente per smorzare la monotonia degli allenamenti e del correre solo. Purtroppo (haimè!) il martedì successico al un buon lavoro fatto con Tiziano la domenica (40' risc. in leggera prog. +1000 salita 3'30" +1000 discesa 2'37" + 2000 sul piano 6'08" + 1000 salita 3'43" + 1000 discesa 2'42" + 2000 sul pari 6'00" (3'04-2'56) + 5x200 i elasticità + def.) (oltre un mese fa) mi sono procurato un piccolo stiramento alla coscia al 12° 300 (l'allenamento prevedeva un esercizio + 2x300 x8 volte - ritmo 49"/51"). Quindi Mi sono fermato completamente 2 settimane poi sono ripartito, ma mentalmente ero scocciato da questa situazione in quanto lo scorso anno ho ricominciato dopo la mononucleosi prima e la tendinosi dopo che mi ha tenuto fermo per quasi 5 mesi buoni (avevo ricominciato ad allenarmi il 1°dicembre ...) .. e quindi riprendere seppure questa volta dopo un breve stop non ne avevo proprio voglia di continuare, oggettivamente diventa difficile passarci sempre sopra. Così seppure ho svolto qualche lavoretto e sono andato al Saracino (in funzione di fare un medio) in realtà non ero ancora convinto di quello che facevo e del perchè lo facevo.
Quindi mi sono presentato a San Pierino convinto di correre ma non di gareggiare. Pronti via non ho pensato molto sono andato dietro al gruppo tirando e seppure i passaggi fossero evidentemente troppo veloci non ho pensato a nulla fino a quando ho deciso in un lampo di fermarmi. Non di rallentare e recuperare magari per poi rientrare successivamente ma semplicemente fermarmi perchè non era giornata. In realtà non ero pronto a gareggiare, non sentivo la gara, quel momento topico in cui si è pronti a dare tutto contro tutti fino all'ultimo centimetro, quel momento in cui sei lì per un perchè.
Forse per chi corre tutte le domeniche questo stato diventa difficile da capirlo, ma ad es. per chi prepara la pista talvolta si trova a dover fare i conti con i tempi sul giro che non gli danno ragione e il fermarsi diventa una facoltà da tenere in considerazione. Non è facile gestire quei momenti in cui ti eri prefissato un risultato avevi pensato un passaggio e poi rallentando decidi che il gioco o è bianco o è nero, non può essere grigio. Ho vai e fai il personale o altrimenti è inutile correre. Capita di correre contro il tempo più che contro noi stessi, correre per noi stessi diventa invece difficile. Si parte pensando di fare meglio e se magari è un pò che non si corre e ci si allena e basta può capitare di non reggere lo stress di un rallentamento di pochi secondi al km (parliamo anche di un solo secondo al giro in pista).
Eh sì il cervello deve essere collegato al fisico tanto quanto il fisico deve essere pronto, se questa legge non funziona o si è superiori nettamente o si è in balia degli eventi. ...
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