22 ottobre 2007

La Corsa in Montagna tra Passato, Presente & Futuro

...Detto-fatto. "Eppur qualcosa si muove" ... Questo è in pillole quello che si sono detti nel convegno tenuto al Trofeo Vanoni che direi sia l'inizio del Futuro ... almeno per la corsa in montagna

Dal convegno morbegnese sono emerse importanti proposte
Relatori d’eccezione e pubblico delle grandi occasioni, sabato pomeriggio al convegno morbegnese “La Corsa in Montagna tra Passato Presente e Futuro”. Dopo i saluti di rito portati dal presidente del CONI provinciale Ettore Castoldi la parola è subito passata al ct Azzurro Raimondo Balicco. A lui il compito di descrivere la storia e l’evoluzione di questa spettacolare disciplina sino ai giorni nostri: «Inizialmente le manifestazioni di questo tipo non si chiamavano gare di corsa in montagna, ma di marcia in montagna – ha esordito -. Dando un occhio agli archivi, una vera organizzazione con albo d’oro risale al 1949 con i primi campionati italiani». Col passare degli anni il livello e il numero dei partecipanti crebbe notevolmente: «Nel ’78 si sciolse l’ENAL e fu fondato il Comitato Nazionale Corsa in Montagna. Comitato che aveva il preciso obiettivo di proseguire l’attività organizzativa e di sviluppo del movimento. I passi successivi furono l’apertura alle donne e il riconoscimento da parte della FIDAL». Non fu però un cammino tutto in discesa «Si è poi dovuto lavorare duramente per raggiungere il paritario riconoscimento con le altre discipline dell’atletica leggera. Attualmente lo stato del movimento è sicuramente buono, ma non tutti i comitati regionali stanno lavorando con il medesimo impegno. Ciò inevitabilmente ci penalizza». Il microfono è poi passato a Bruno Gozzellino (segretario WMRA), Ken Jones (organizzatore della Snowdon Race), Tomo Sarf (organizzatore della Smarna Gora), Jean Claude Louison (ct Francia), Andrzej Puchacz (ct Polonia), Isidro Rodriguez Martìn (ct Spagna), e al sei volte campione del mondo Marco De Gasperi. A fotografare il presente e futuro del movimento ci ha invece pensato il vicepresidente dell’Associazione Nazionale Amici della Corsa in Montagna Paolo Germanetto: «Lo scorso 15 settembre, a Ovronnaz Saillon, per la prima volta le telecamere italiane erano presenti ad un Mondiale all’estero. La cosa è stata decisamente positiva perché ha avvicinato il grande pubblico a questo sport».A tal proposito si è solo all’inizio: «Ci terrei a rimarcare la differenza con il mondo delle Sky Race, dove il livello tecnico è indubbiamente meno elevato, ma la capacità di promozione e di "vendita" decisamente superiore. Se il TgR Lombardia ha presentato Marco De Gasperi come campione mondiale di Skyrace, in fondo, la colpa è anche nostra che per anni abbiamo lasciato lo spazio interamente a loro». Sempre in ambito mediatico: «Per il 2008 vorremmo proporre le prove dei Campionati italiani, più una serie di altre gare di livello. Come associazione cercheremo di fare da tramite e di seguire poi in prima persona le manifestazioni internazionali. Serve però l’appoggio di tutti, nella convinzione che si stia provando a dare una smossa ad un ambiente che su certi temi non è mai riuscito a fare fronte comune e a provare a volare un poco più alto». Maurizio Torri

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