31 ottobre 2006

Kenia ko!

Leggo con molta attenzione questo articolo estrapolato dal sito della Fidal:
Nonostante i corridori del Kenya si assicurino il successo praticamente ovunque, in tutte le distanze praticate su strada dai 10 chilometri alla maratona, c'è un dato, grande come un altopiano, che sorprende: mai un atleta del Kenya si è assicurato il titolo olimpico della maratona. Già che ci siamo, inoltrandoci nel territorio dei campionati del mondo, il successo è arriso ai kenyani solo una volta in dieci edizioni, e non parliamo di ieri, ma addirittura del 1987, oro targato Douglas Wakiihuri, davanti al gibutiano Salah ed a Gelindo Bordin. Più recente l'oro parigino di Catherine Ndereba nella maratona mondiale femminile, ma anche qui si tratta di un caso isolato. L'incongruenza è ancora più vistosa se si considera che le mezzofondiste kenyane, ben quotate in linea generale, contano autentiche stelle sulle dita di una mano. Di fenomeni maschi, invece, il pianeta pullula. Non basta, per spiegare il vuoto kenyano sui podi importanti della maratona, la rincorsa ai premi in denaro, tantomeno le individualità selezionate per Olimpiadi e Mondiali, composte in più di un caso da atleti non propriamente "numeri uno". Un esempio? Nel 2005 gli specialisti delle lunghe distanze nativi del Kenya si sono imposti in ben 98 su 154 corse internazionali su strada (dai cinque chilometri alla mezza maratona), ed hanno riportato addirittura 71 successi su 126 maratone internazionali disputate, per un totale di 169 primi posti su 280 eventi!"
Penso che la riflessione sia d'obbligo ...
bisogna ridare importanza ad eventi principi e non a tutte le manifestazioni, che devono essere considerate una conseguenza del Mondiale, Olimpiade, Campionato Nazionale o quant'altro la scala dei valori ci permette di apprezzare.

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